Quasi 30mila imprese italiane in meno nei primi tre mesi del 2020. Il saldo peggiore da sette anni a questa parte. Una sorta di anticipo dello tsunami che l’epidemia di Coronavirus ha scatenato e che del periodo in esame ha effettivamente coperto solo una ventina di giorni. Aggiungendosi, altresì, a una crisi latente: l’ultimo trimestre del 2019 aveva già lasciato sul terreno circa 21mila imprese. A registrare il crollo è stata l’indagine periodica di Unioncamere-Infocamere sulla nati-mortalità delle imprese.
Dalla quale emerge prima di tutto il netto calo delle iscrizioni. Nel periodo tra gennaio e marzo 2019 le nuove imprese erano ammontate a 114.410 unità. Nello stesso trimestre di quest’anno il loro numero è diminuito bruscamente a 96.629. In realtà, sono calate anche le cessazioni, ma in misura ben più ridotta: da 136.069 a 126.912 complessivamente.
In Liguria nel primo trimestre del 2020 sono state 1142 le cessazioni di imprese artigiane a fronte di 872 iscrizioni con un saldo di -270. Al 31 marzo 2020 sono 43.097 le attività artigiane con un tasso di crescita del - 0,62% (-0,34% nel 2019). A livello territoriale le imprese cessate nel primo trimestre dell’anno a Genova sono 1842, a Savona sono 764, ad Imperia sono 587 e alla Spezia 498. Le cessazioni di aziende artigiane liguri sono 582 a Genova, 247 a Savona, 159 ad Imperia e 154 alla Spezia.
Nel totale dell’area di nord-ovest il saldo delle imprese cessate nei primi tre mesi del 2020 è di -9.004 di cui 3.210 artigiane. Le chiusure a livello nazionale si registrano nel commercio (-15.954), nell’agricoltura, silvicultura e pesca (-7.259), nelle attività manifatturiere (-3.704) e nelle costruzioni (-2.158).
Chiude il quadro della difficoltà delle imprese il dato relativo alle richieste presentate al Fondo di Solidarietà bilaterale dell’Artigianato: ad oggi a livello nazionale sono 145.179 le imprese che hanno presentato istanza di integrazione al salario per una platea di 555.751 lavoratori. In Liguria sono 3.875 le aziende per 12.956 lavoratori.
“I numeri delle cessazioni aziendali dei primi mesi dell’anno sono preoccupanti e ci fanno solo presagire quale sarà la pesante incidenza del lockdown -. Commenta il Presidente Cna Liguria Massimo Giacchetta -. In questo senso, i dati relativi alle richieste di cassa integrazione tracciano un quadro drammatico. La priorità resta l’attenzione alla salute e alla sicurezza anticontagio, tuttavia, è indispensabile capire che le difficoltà che stanno vivendo le nostre piccole e medie attività.
Per questo per Cna sono necessari e urgenti interventi di ristoro e indennizzo a fondo perduto a favore delle imprese più piccole per far fronte ai mancati ricavi nel periodo di chiusura e sostenere i numerosi e onerosi costi fissi, a cominciare dagli affitti. Saranno anche da valutare dei finanziamenti e delle detrazioni per i tutti i costi che dovranno essere affrontati dalle imprese per tornare in attività come per sanificazioni, mascherine, test sierologici e barriere di protezione in vetro o plexiglass e tutto quanto necessario al distanziamento per il contenimento del contagio” conclude Giacchetta.