Dpcm. Giacchetta (Cna Liguria): “Migliaia di imprese rischiano la chiusura. Servono ristori reali e immediati”

LP 11189592“Le nuove limitazioni imposte sono dettate dal pericoloso aumento della curva in crescita dei contagi, la Liguria resta in zona rossa, dunque, non possiamo esimerci da applicare maggiori cautele -. Commenta il Presidente Cna Liguria Massimo Giacchetta -. Tuttavia, la chiusura alle 18 delle attività per alcune realtà diventa un azzeramento totale del proprio incasso e reddito. La nuova stretta governativa rischia di mettere definitivamente al tappeto interi settori dell’economia italiana, innescando una crisi sociale pericolosa e senza precedenti”.

“In questi mesi è stato richiesto un enorme sforzo alle imprese – prosegue Giacchetta - , ai negozi, ai ristoranti e ai bar al fine di dotarsi di dispositivi e adeguarsi alle misure anti contagio e ora si procede con delle limitazioni che non tengono conto degli effettivi luoghi di maggior rischio. Constatato che ci si infetta in casa tra conviventi e nei mezzi di trasporto bisogna intervenire su questi settori, per ottenere dei risultati. A tal fine sarebbe, ed è, stato sicuramente più efficace assicurare la distanza interpersonale sui trasporti pubblici, avvalendosi delle disponibilità che abbiamo più volte dichiarato dei mezzi delle imprese private del trasporto persone, compresi autonoleggio e taxi. Come Cna Liguria abbiamo richiesto al Presidente Toti di prevedere, a sostegno del trasporto pubblico, veicoli e bus di ditte private, che attualmente hanno mezzi fermi e autisti in cassa integrazione. Una scelta già realizzata in altre regioni d’Italia come Emilia Romagna, Toscana, Veneto, Lazio e Lombardia”.

“Chiediamo a livello nazionale, inoltre, ristori reali commisurati alle perdite subite – aggiunge Giacchetta -, immediati e destinati a tutte le imprese interessate dal provvedimento in aggiunta alla sospensione delle cartelle esattoriali, alla cancellazione dell’Imu, ai crediti d’imposta per affitti e bollette, alla cassa integrazione per i dipendenti. Alle 400mila imprese della ristorazione, del cinema, del benessere, degli eventi, del commercio e del turismo, direttamente colpite dal Dpcm, va aggiunto oltre un milione di imprenditori e professionisti delle filiere, che hanno altrettanto diritto in tempi rapidi a ristori adeguati al danno. La chiusura delle attività di spettacolo, cultura e tempo libero può avere pesanti ricadute, peraltro a fronte di non accertate conseguenze dirette sulla diffusione del contagio. A livello nazionale chiediamo, infine, da subito la convocazione di un tavolo permanente di confronto operativo, con le Parti Sociali che hanno firmato i protocolli di sicurezza, per riprendere il proficuo confronto con il governo aperto a primavera”.